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04-05-2011

La farsa del tetto al debito pubblico americano

Tetto dei quattordici miliardi di dollari per lo stock di debito pubblico americano, quello ammesso dagli attuali limiti imposti al congresso, che non può che essere alzato se si vuole che i dipendenti pubblici continuino a prendere lo stipendio e siano garantiti i servizi basilari.
Sembrava che il tetto sarebbe stato raggiunto in queste settimane ma ieri il segretario del tesoro americano si è accorto che invece ci sono ancora tre o quattro mesi (in sorprendente concomitanza con le notizie che arrivavano sull'uccisione di Bin Laden). Il mercato, a giudicare da dove è il dollaro, sembra capire che se questo non succede gli Stati Uniti sono "falliti" del pari di quello che succede ad alcuni paesi dell'area euro.
La realtà è che si tratta di una questione tecnica che va superata per definizione. D'altra parte, a questi tassi di crescita gli Stati Uniti raggiungeranno i 20 Triliardi di dollari di Pil circa nel prossimo decennio, sufficienti, in assenza di altre bizzarrie delle banche centrali a riportare il rapporto stock di debtio/Pil a qualcosa nell'ordine dell'80%.
Ma sette cittadini su dieci negli Stati Unti sono contrari all'aumento del tetto, perchè giustamente dubbiosi sulle politiche sconsiderate di spesa (la Chrysler e la Lehman le hanno ripianate loro) e quindi la parte di Congresso che vi si oppone dirà prima di no per convenienza politica e poi di si.
Il problema di fondo non è il tetto sullo stock di debito ma come viene costituito il deficit primario: le posizioni di democratici, che intendono finanziare un miglior sistema sanitario con maggiori imposte, e quella dei repubblicani, che vogliono tagliare le imposte sulle fascie alte di reddito e diminuire la spesa pubblica sono diametralmente opposte. La riforma del sistema medico americano è insostenibile come proposta da Obama perchè prevede un'assicurazione obbligatoria che molti cittadini non sono in grado di pagare. La posizione dei repubblicani sui tagli alle tasse per i più ricchi è altrettanto insostenibile perchè si parte da livelli di debito esorbitanti rispetto a quelli in cui fu possibile sotto l'amministrazione Reagan.
Alla fine si dovrà trovare una combinazione di maggiori tasse, anche sul ceto medio e minori spese, a partire dal sistema sanitario.
Riteniamo più probabile che si penda verso una soluzione più vicina alle istanze democratiche, anche in considerazione del riacquistato peso politico di Obama.
Speriamo che il mercato capisca che si tratta di un altro giochetto politico, prima di precipitare ulteriormente il dollaro.

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