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15-07-2005

La riscossa di Boeing

Il gigante aerospaziale americano Boeing, anche tramite le prospettive per l’aereo di ultima concezione “Dreamliner”, ha posto le premesse per una valida reazione nei confronti del rivale europeo Airbus, dal quale è stato superato nel 2003, per la prima volta nella storia, quanto ad ordini e consegne.

A dare consistenza a questa ipotesi sono le commesse pervenute da ogni parte del mondo nei primi cinque mesi del 2005 per i velivoli del gruppo a stelle e strisce – i futuri “Dreamliner” a basso consumo energetico, ma anche i fiori all’occhiello 777, 717 e 737 -. Oltre a consumare il 20% in meno dei jet di simile grandezza, a volare oltreoceano con due anziché quattro reattori, ad essere costruito con materiali compositi superleggeri anziché metallo, il “Dreamliner” è stato realizzato per: agevolare il viaggio per i passeggeri, grazie a sedili ergonomici, uno sfruttamento più efficiente dello spazio, un maggiore livello di umidità e molta luce naturale. Con un massimo di 259 posti a sedere, ma un’autonomia di 15''700 chilometri, il “Dreamliner” può volare su rotte transoceaniche,
per collegare fra loro anche città minori.

Boeing ha collezionato finora un totale di 223 nuovi ordini “sicuri” nel 2005, 62 per il modello 787 e il resto per le versioni 717, 737 e 777, mentre la Airbus secondo stime recenti ne ha totalizzati soltanto 123. Le attuali richieste per i “Dreamliner” assommano al numero complessivo di 266, un successo innegabile per un nuovo modello che sarà pronto per
la consegna nel 2008.
Languono invece gli ordini per l’A350, la risposta dell’Airbus al “Dreamliner”: la società europea ha già raccolto invece 154 ordini per il mega-jumbo A380, il colosso del cielo con una capienza di 555 passeggeri per rotte transoceaniche, su cui la Airbus punta in termini di strategia futura.

La dirigenza di Seattle rimane in ogni caso convinta di avere imboccato la strada giusta, sottolineando che la capacità di lasciarsi alle spalle gravi problemi ha fatto perno sulla qualità sia dei propri prodotti che dei manager ed ingegneri aziendali.
In effetti, gli ultimi anni sono stati duri per la Boeing: reduce da una serie di problemi relativi alla produzione, riparati con nuove tecnologie al costo di numerosi licenziamenti, la società è stata colpita dal crollo del traffico aereo post 11 settembre.
La situazione è stata ulteriormente aggravata dal susseguirsi di diversi scandali: l’assunzione di un funzionario del Pentagono e i sospetti di collusione sono costati il posto al direttore finanziario Michael Sears e le dimissioni dell’amministratore delegato Phil Condit; ill furto di documenti alla rivale Lockheed per vincere una commessa miliardaria con il Pentagono ha provocato la cancellazione di un mega-appalto per una fornitura di aerei per il rifornimento in volo; infine, il sorpasso della Airbus.
La Boeing prevede di poter catturare una porzione crescente di un mercato in forte crescita grazie ai suoi modelli da 200-300 passeggeri (i 777 e i 787).
Il confronto con la Airbus si svolge anche da parecchio tempo sul piano politico, vertendo principalmente sullo scoglio dei sussidi governativi al costruttore continentale.
Alcuni analisti credono che la Boeing sia ben posizionata per recuperare il terreno perduto negli ultimi due-tre anni, ma avvertono che la minaccia in futuro potrebbe giungere da una direzione imprevista, il segmento di mercato degli aerei da 100 posti o meno. La canadese Bombardier e la brasiliana Embraer stanno guadagnando lentamente quote di mercato nell’area dei jet privati e sulle rotte regionali abbandonate dai due grandi duellanti.
E, come sempre, all’orizzonte spunta la minaccia cinese: l’enorme aumento del traffico aereo previsto in Asia nei prossimi anni potrebbe convincere la Boeing addirittura a spostare parte della produzione dell’assemblaggio in Oriente o, almeno, a trovare partner locali.
(a cura di cornerbanca.com)


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