Ieri il testo della riforma Maroni è stato approvato ma la sua messa in opera rimandata al 2008. Solo da allora sarà elevata l''età pensionabile dai 57 a i 60 anni e sarà possibile, secondo una procedura di silenzio assenso, la destinazione automatica del T.F.R. a forme di previdenza complementare. Ancora una volta è prevalso il teatrino politico, con le forze di governo che cantano vittoria e l''opposizione che critica, senza nessuna capacità propositiva. Quello che piùà scandalizza è l''atteggiamento di Confindustria, (che non può certo essere considerata filogovernativa), che ha lodato l''approvazione del decreto perchè di fatto consente alle aziende di autofinanziarsi ancora per due anni con il T.F.R.
Questo ritardo peserà gravemente sui conti pubblici italiani e sulla nostra credibilità internazionale.
Per avviare vere riforme istituzionali, abbiamo bisogno in questo paese di una nuova classe politica (come ricorda l''Economist di stamane in una drammatica analisi sullo stato di salute dell''economia italiana, la possibile alternanza cui probabilmente ci avviamo con le elezioni del prossimo Aprile esprime un altra rappresentanza politica preoccupata quanto le parti al governo più della propria sopravvivenza che del futuro del paese).