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22-11-2007

Perchè diverse banche possono fallire

Le istituzioni americane sono obbligate, a partire dal 15 Novembre, a contabilizzare a valore di mercato poste dell'attivo difficlimente smobilizzabili (i cosiddetti Tier 3 assets). Ad esempio i certificati rappresentativi di quote di mutui reimpacchettati (come spieghiamo nel glossario, il processo si chiama Cartolarizzazione) nella forma di emissioni obbligazionarie improvvisamente devono essere valutati come se si dovesse trovare un compratore.
La norma va finalmente nella direzione di una trasparenza la cui mancanza ha portato il sistema alla situazione drammatica in cui si trova. Le conseguenze per le istituzioni finanziarie (non solo statunitensi) sono però potenzialmente devastanti.
Supponiamo che una banca abbia concesso mutui e cha a fronte di questi mutui abbia trasformato il debito individuale dei mutuatari in maxiemissioni obbligazionarie. Queste obbligazioni vengono collocate dalla banca e impattano sui conti d'ordine (le poste fuori bilancio, come fidejussioni e garanzie) di quell'istituto o di un altro che si faccia eventualmente garante del rimborso. I mutuatari di colpo non riescono a rimborsare le rate. Allora le obbligazioni che rappresentano la somma di questi debiti vengono declassate dalle agenzie di Rating (che si sono svegliate solo adesso, intimorite dalle possibili conseguenze penali) e dai conti d'ordine passano sulle attività dell'istituto finanziario.Dovendo essere valutate a valore di mercato l'istituto registra immediatamente una minusvalenza importante su titoli.
Il valore, a prezzi di emissione di queste attività è stimato da alcuni accademici superiore al patrimonio netto delle istituzioni finanziarie statunitensi. Questo vuol dire che esiste il potenziale perchè grosse banche falliscano. Il problema poi non è solo statunitense perchè a queste maxi emissioni partecipano istituti internazionali e se le banche americane devono svalutare queste partecipazioni, non è possibile che quelle europee le riportino a valori di fantasia.
Qui entra in gioco la creatività perversa del segretario del Tesoro americano. Siccome è chiaro che portare a valore di mercato il totale di queste attività vuol dire valutarli+e ad un prezzo vicino a zero, Paulson si è inventato un maxi fondo dove alcune banche americane fanno confluire una grande quantità di questi crediti, riemettendoli ad un valore più basso ( ma non di mercato: il meccanismo funziona così: se la banca A riesce ad ottenere un prezzo di 70 dalla banca B per i suoi crediti incagliati che probabilmente sarebbero vendibili a 10, è probabile che la banca B faccia la medesima cosa con la banca A per i propri). La Parmalat faceva la stessa cosa, ma qui sembra che una parte del congresso (formalmente per salvare il sistema, sostanzialmente per salvare la reputazione delle grandi banche d'investimento, dove Paulson ha diretto Goldman Sachs sino a poco tempo fa) sostenga quest'artificio.
Gli investitori che pensano di investire sull'obbligazionario, lo facciano solo tramite investimento diretto in titoli di stato, perchè nessuno oggi è in grado di valutare la qualità del portafoglio obbligazionario di una qualsiasi istituzione.

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