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29-08-2016

Previdenza Integrativa, Perchè non E' il Grande Affare che Vi Raccontano

Abbiamo provato a fare due simulazioni per aliquote irpef al 38% (reddito di 55.000 euro lordi) e l'aliquota massima del 43%, per tenere conto della deducibilità dei premi versati (un massimo di 5164 euro all'anno) e un rendimento del cinque per cento all'anno (probabilmente molto ottimista).
Sul rendimento corrente la tassazione è oramai al 20% come per gli strumenti di risparmio gestito, quindi l'effetto è neutro.
Abbiamo supposto che chi paga l'aliquota marginale massima investirà in premi il massimo DEDUCIBILE per anno, appunto 5164 euro, chi guadagna 55.000 euro la metà.
Abbiiamo dunque sommato al rendimento composto dei premi annuali il beneficio fiscale, per venti anni.
Poi alla fine dei venti anni abbiamo applicato l'aliquota del 15% a titolo defintivo sul montante, ridotta dello 0,3 annuo per i contributi oltre il quindicesimo anno.
Nel caso di maggiore contribuzione la differenza di beneficio fiscale alla fine dei vent'anni è di circa 24 mila euro (132 mila contro 108 mila)
Nel caso di minore contribuzione la differenza di beneficio fiscale è di circa 9 mila euro (63 contro 54 mila)
Però a scadenza un massimo del 50% del capitale viene erogato nella previdenza complementare mentre il resto rimane in forma di rendita. Allora bisogna fare il confronto con quello che renderebbe l'altra disponibilità del 50%  di cui si godrebbe in un normale rapporto di consulenza. Quindi nel primo caso si avrà a disposizione , se non si investe in previdenza integrativa, la metà di 108 mila euro in più alla fine del ventesimo anno, nel secondo caso la metà di 54 mila.
A un rendimento analogo a quello ipotizzato per le simulazioni, la disponibilità di questa cifra da investire in più che nel caso della previdenza integrativa, consente di annullare il valore del beneficio fiscale nell'arco di sei o sette anni.
Ne consegue che per un lavoratore che supponiamo andrà in pensione a 67 anni per quando ne avrà settantaquattro non avrà avuto alcuno beneficio.
Inoltre  con un rapporto di consulenza si è sempre nella piena disponibilità del proprio denaro mentre con una qualsiasi forma di previdenza complementare si sarà vincolati, per ottenere i benefici fiscali, per l'intera durata del contratto.
Infine non contando che siccome  la gestione Finanziaria di qualsiasi forma di previdenza integrativa verrà comunque di norma fatta su prodotti di risparmio gestito, le commissioni saranno verosimilmente più alte, in cima a quelle sui prodotti oggetto di investimento.
Ci capita difficilmente di incontrare qualcuno che aderendo a una qualsiaisi di questi piani abbia piena comprensione dei costi che sopporta: su questi prodotti la struttura commissionale è ancora meno trasparente che sui prodotti di risparmio gestito.
 

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