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01-02-2017

Unicredit, partecipare all'Aumento E' una Mano di Poker

Il piano di dismissione presentato il tredici dicembre insieme all'aumento di capitale prevede il conferimento di diciassette miliardi di sofferenze a un veicolo partecipato da altri operatori, compreso Fortress, con Unicredit in quota di minoranza: in sostanza Unicredit deconsolida le sofferenze ma mantiene una parte del Rischio perchè in una cessione completa si realizzerebbero perdite molto maggiori.
Il piano a logica non deve comunque essere definito perchè altrimenti l'altro ieri la BCE non avrebbe chiesto chiarimenti sulle cessioni, da invare entro febbraio, e Mustier non avrebbe affermato che la BCE è contenta così, senza che arrivi conferma dalla BCE.
Sul piano dei fondamentali, si tratta di un'altra banca tecnicamente fallita, tredici miliardi di perdite sono poco meno della Capitalizzazione e di sofferenze lorde in pancia ne rimangono diremmo ancora almeno cinquanta milardi (diciamo venti al netto delle svalutazioni). Spesso veniamo criticati quando diciamo che le banche in queste condizioni andrebbero messe in risoluzione, ma come con il debito pubblico italiano, più si va avanti più il problema diventa ingestibile. Il motivo per cui oggi abbiamo questa grossa concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi è perchè il sistema bancario ha trasferito le proprie perdite sui risparmiatori, in larga parte attraverso gli strumenti di risparmio gestito. Una soluzione per le sofferenze non c'è, se non quella di ribaltarle ancora sui risparmiatori, attraverso i piani individuali di risparmio e altri strumenti previdenziali. Più si tengono in vita queste aziende più si assisterà ad una ulteriore concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi e ad una distruzione del risparmio privato.
Partecipare all'aumento di capitale è come puntare rosso su una roulette in cui tre quarti dei numeri sono neri. In caso di completa sottoscrizione il titolo può salire e probabilmente assisteremo ad altre fiammate come quella di ieri mattina prima dell'inizio dell'aumento, ma la sostanza è che una volta effettuata questa maxi pulizia bisognerà farne un altra tra due anni.
Infine vi è un consorzio di garanzia sull'aumento (che è stato presentato come a fermo ma che può sfilarsi in qualsiasi momento).
Se davvero garantisse, che problema c'è, qualche miliardo di azioni di Unicredit sul bilancio di JP Morgan o di UBS, che ha appena presentato numeri molto buoni, non dovrebbero essere un tema.

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